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Contratto medici: sul tavolo la questione economica e gli orari di lavoro. Si accelera per chiudere entro luglio

Sindacato Redazione DottNet | 18/07/2023 17:44

Onotri (Smi): "Vorremmo capire dal Governo il reale fabbisogno del personale degli enti del Servizio sanitario nazionale ai fini della valutazione dell'adeguatezza delle risorse utilizzate e allo stesso tempo che cosa si prevede per il personale med

Onotri (Smi): "Vorremmo capire dal Governo il reale fabbisogno del personale degli enti del Servizio sanitario nazionale ai fini della valutazione dell'adeguatezza delle risorse utilizzate e allo stesso tempo che cosa si prevede per il personale medico dipendente"

Ieri riunione all'Aran sul rinnovo del contratto dei medici, fermo per ora al tavolo del negoziato tra l’Aran e i sindacati. Sarà una corsa contro il tempo. Poi si proseguirà martedì e mercoledì prossimo. Un calendario serrato per risolvere tutti i nodi del contratto e tentare - ha auspicato il presidente dell’Aran Antonio Naddeo (nella foto) - di arrivare alla firma prima della pausa estiva». Un obiettivo, quello della chiusura «entro il mese di luglio», che nei giorni scorsi il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha definito «plausibile». Il rinnovo riguarda 130 mila camici bianchi che, in media, avranno aumenti tra i 200 e i 240 euro al mese. Siccome poi il contratto copre il triennio che va dal 2019 al 2021, dovranno essere versati anche arretrati che, secondo i primi calcoli, possono arrivare anche a 9 mila euro lordi. Come detto per riuscire ad avere questi soldi entro la fine dell’anno sarà necessario arrivare alla firma degli accordi entro luglio. Il contratto, una volta firmato da Aran e sindacati, infatti, dovrà avere le solite bollinature: la Ragioneria, la Corte dei Conti e poi l’approvazione in consiglio dei ministri. Un percorso che in media prende tra i tre e i quattro mesi.

Ma non tutti i nodi sono sciolti. Quelli più complessi riguardano non tanto i soldi (gli stanziamenti sono fissati ormai da tempo), piuttosto il tempo di lavoro dei medici e quello di riposo. I camici bianchi vorrebbero innanzitutto poter fruire dei riposi quando lavorano giornate extra, e non sempre ci riescono. Chiedono migliore programmazione. L’Aran sarebbe pronta a proporre la possibilità di poter usufruire dei giorni di riposo compensativo non entro il mese successivo come accade oggi, ma nei tre mesi seguenti. E una soluzione si starebbe cercando anche sul pagamento degli extra orari. Oggi fanno parte della retribuzione di risultato. Non c’è, insomma, un legame diretto con il numero di ore in più di lavoro. Sul tavolo potrebbe essere messa la possibilità di riconoscere dei premi “extra” in base alle ore di lavoro straordinario.

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"Il Servizio Sanitario Nazionale non potrà a trattenere i medici nel servizio pubblico se non vi saranno ingenti finanziamenti per il personale dell’area della dirigenza" così Pina Onotri, Segretario Generale SMI, sui quattro incontri previsti all'Aran per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per la dirigenza sanitaria e su quello che discute la parte economica del contratto.  "Basta leggere l’ultimo il V rapporto Gimbe del 2022 per rendersi conto che alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre 37 miliardi di euro, di cui circa 25 miliardi nel periodo 2010-2015, in conseguenza dei tagli lineari effettuati nelle diverse manovre finanziarie e oltre 12 miliardi nel periodo 2015-2019, come processo di progressivo definanziamento che, per obiettivi di finanza pubblica, ha assegnato al SSN meno risorse rispetto ai livelli programmati. Da qui bisognerà partire se si vuole invertire la rotta e dare risposte concrete ai medici dipendenti e ai dirigenti del SSN", precisa Onotri.

 "Vorremmo capire dal Governo il reale fabbisogno del personale degli enti del Servizio sanitario nazionale ai fini della valutazione dell'adeguatezza delle risorse utilizzate e allo stesso tempo che si preveda per il personale medico dipendente e dell’area della dirigenza aumenti stipendiali che coprano almeno l’inflazione. Bisogna superare la mancanza di personale nell’area dell’emergenza- urgenza puntando su migliaia di nuove assunzioni a tempo indeterminato con inventivi economici per i medici che scelgono di lavorare nel pubblico", aggiunge Onotri. "Abbiamo richiesto più volte al Governo e al Parlamento, misure che defiscalizzano il lavoro della dirigenza sanitaria istituendo una detassazione del salario accessorio, una flat tax applicabile almeno per l’attività libero professionale a fronte del fatto che si arriva a una flat tax del 15% per i redditi d’ attività autonome fino a 85000 euro per altre professioni - incalza la sindacalista -. Si devono varare, inoltre, misure che permettano la progressione di carriera, con l’attribuzione e il rinnovo degli incarichi. È urgente lavorare a modifiche del DM 70 per permettere maggior percorsi di carriera. Nel nuovo CCNL auspichiamo che vi siano misure esigibili, con la relativa tempistica, in merito all’applicazione delle norme contrattuali da parte delle aziende sanitarie, politiche delle pari opportunità e scelte per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro per le donne medico. Per questo rimaniamo basiti perchè nella bozza di contratto alla voce sostituzioni degli incarichi non vi sia alcun riferimento alla maternità".

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